da Aldo | nov 4, 2016 | Trentino Alto-Adige (Da vedere)
I Giardini di Castel Trauttmansdorff sono un posto unico che resterà sempre nella nostra memoria, che sicuramente torneremo a visitare! (Dopo la nostra visita a Merano, Patricia ha continuato a ripetere per diversi giorni che voleva restarci a vivere). I giardini hanno una superficie di 12 ettari, con una varietà di fiori e alberi che vanno dall’esotico al Mediterraneo. Piante di tutto il mondo quindi, che crescono in un microclima spettacolare. In una armonia incredibile tra arte, natura e cultura. Tutto distribuito in varie terrazze a tema, dove camminandoci, ammirandone ogni angolo, si ha l’impressione di essere in un posto magico! Vedi altri foto del nostro viaggio I lunghi lavori di realizzazione dei giardini sono iniziati nel 1994 e sono durati ben 7 anni! In estate si organizzano degli importanti concerti all’aperto, tra cui soprattutto quello del World Music Festival più importante d’Italia. Il tutto circondato da una cornice di montagne e avente sullo sfondo il Castello Trauttmansdorf. Secondo l’atuale amministrazione del castello, “le origini del palazzo risalgono al Medioevo. I primi registri documentati parlano della sua esistenza intorno al 1300. Nella metà del XIX secolo, il conte Joseph von Trauttmansdorff acquistò l’edificio e lo ampliò fino alle dimensioni attuali. L’intervento fece della struttura il più antico esempio di fortezza neogotica del Tirolo. Poco tempo dopo l’acquisizione della struttura da parte del Conte, l’Imperatrice Elisabetta d’Austria (Sissi) scelse Castel Trauttmansdorff, per la sua posizione particolarmente soleggiata e ben riparata dal vento, come suo soggiorno invernale preferito. Nel giardino si possono trovare un sentiero e una statua dedicata all’imperatrice. Il castello ospita oggi un curioso “museo vivo”: il Museo Provinciale...
da Aldo | ott 20, 2016 | Campania (Da gustare), Da gustare
Quando penso a Castellammare penso innanzitutto alla città dove sono nato (anche se non ci ho mai vissuto) penso ai racconti di mio padre di quando ci andava a piedi dal suo paese, per farsi i primi bagni estivi, penso ai biscotti , al lungomare, gli chalet, i buoni gelati…e all’acqua! Il potenziale turistico, gastronomico e “salutistico” di una città come Castellammare di Stabia è davvero enorme a livello non solo nazionale, ma purtroppo sfruttato solo in minima parte. Da mettere prima di tutto in assoluta evidenza la caratteristica unica delle acque termali di Castellammare, che sgorgano nei due stabilimenti stabiani da ben 28 fonti diverse! Questo direttamente dalle sorgenti naturali del Monte Faito, ciascuna con la propria composizione chimica e relative caratteristiche curative. Per questi motivi Castellammare è conosciuta anche come “la città delle acque”. Vedi anche: la nostra tradizione del pane a Tramonti La presenza di queste acque sorgive nell’area stabiese è nota fin dall’antichità, ma all’epoca non erano organizzate in uno stabilimento termale, bensì utilizzate in modo disordinato dalla popolazione locale. Successivamente furono creati due stabilimenti conosciuti come le Antiche Terme (1836) e le Nuove Terme (1964). Le prime analisi di queste acque risalgono al 1787 quando il re Ferdinando di Borbone incaricò di esaminare quest’acqua acidula di cui si faceva largo uso. Per spiegare il motivo di questa grande varietà di tipologie di acqua, bisogna risalire al substrato geologico, dove grazie all’attività effusiva del Vesuvio si incontrano materiali di diversa natura. In questo bacino che comprende sia il Monte Faito che i Monti Lattari, si può denotare una forma a ferro di cavallo che incanala...
da Aldo | set 19, 2016 | Da gustare
In Italia ci sono abitudini alimentari che sono comuni e molto simili in ogni regione. Bolzano invece è il contrario di tutto ciò. Il simbolo più grande di quel certo tipo di nord vicino al confine dove ogni altra regione sembra lontana per usi e costumi. Sembra a tutti gli effetti che il confine lo si è già valicato! Per tanti aspetti potrebbe essere Germania o soprattutto Austria a partire dal fatto che si parla in prevalenza tedesco e si mangia anche allo stesso modo. Una abitudine su tutte salta agli occhi appena si arriva alla città: la varietà e bontà del pane “che parla tedesco”. Sono pagnotte con semi di girasole, noci, patate, semi di papavero, segale. Ma anche i pani speziati con erba trigonella, cumino, coriandolo, finocchio e tanto altro. Per non dire gli ottimi brezel o pretzel da farcire o da mangiare assoluti. Vedi altre foto della nostra visita a Bolzano Le diverse varietà di pane tipiche del territorio vengono preparate secondo ricette antiche e procedimenti tradizionali. La farina deve essere costituita per un minimo di 75% da cereali locali. E in effetti la differenza si nota. Nello specifico, per considerare “pane dell’Alto Adige” (che possiede il marchio di qualità) sono vietati conservanti, esaltatori di sapidità o altri additivi chimici. Pur preferendo i piccoli forni artigianali c’è una piccola “catena” che è facilmente reperibile in città e che mantiene un’alta qualità e grande varietà. Franziskaner Backerei ha ben nove filiali a Bolzano e può essere considerata sia panetteria che pasticceria. Dove c’è anche la possibilità di farcire i panini (come il classico pane di segale con speck)...
da Aldo | ago 6, 2016 | Uncategorized
“Non ci sono tanti piatti di pesce in città perché i genovesi sono stati un popolo di navigatori più che di pescatori.” Così ci ha raccontato una signora del posto, definendo così la cucina genovese, la quale nonostante si affacci davanti al mare sarebbe più famosa per ricette di pasta, fritture e verdure. In realtà, noi non siamo tanto d’accordo, perché a Genova abbiamo provato le migliori alici impanate di sempre: profumate con maggiorana fresca e scorza di limone! Le abbiamo mangiate proprio passeggiando per la città, in un posticino chiamato La Bottega del Gusto, tra le stradine vicine al porto, con addosso quella sensazione che si ha nel passeggiare in una città dove si vede il mare anche quando non c’è. Leggi anche: Dove mangiare a Recco la focaccia al formaggio IGP Per noi, spesso a Genova sembrava di passeggiare per i vicoli di Napoli, tante le similitudini tra le due città di mare. I genovesi hanno un carattere ben definito, sono noti per la loro “antipatia simpatica”. I commercianti un po’ truffaldini che fanno parte del folklore locale. I ristoratori che quasi ti consiglierebbero di mangiare altrove per non dargli fastidio (sempre a detta degli stessi genovesi). Folklore che si trova nel cibo da strada come i fritti genovesi che galleggiano letteralmente nell’olio (altrimenti non sarebbero tali). Genova non è quel “nord” che noi meridionali definiremo freddo e ordinato. È più come un cugino un po’ furbetto e caciarone che tanto ci somiglia. Per questo forse non l’abbiamo trovata tanto esotica, bensì davvero molto familiare . Tanto che Patricia stessa ripeteva spesso: “siamo a Napoli”! Come a Napoli,...
da Aldo | giu 13, 2016 | Da gustare
E chi se lo aspettava che uno dei migliori caffè in giro per l’Italia, lo potessimo trovare proprio a Trento! Mentre ci sono invece città che sono precedute da grande fama per il buon caffè, come Trieste, che in realtà ci ha un po’ deluso. Qui invece abbiamo avuto una piacevole sorpresa in una piccola torrefazione, abbiamo bevuto un caffè che ci ha colpiti per aroma e sapore (dal retrogusto persistente). Sicuramente il fatto di essere una piccola torrefazione è già un vantaggio, si può lavorare con più libertà con i diversi tipi di caffè creando tanti blend e facendo tanti esperimenti. La “Casa del Caffè” si trovava proprio nel mezzo della nostra passeggiata al centro di Trento. Il titolare, disponibile e chiacchierone, è davvero un appassionato esperto “dell’oro nero” e ci ha raccontato tanti dettagli interessanti a riguardo. Come l’arte di adattare la miscela del caffè al gusto della zona geografica dove ci si trova. Vedi nel video: Dopo aver fatto colazione e conosciuto meglio la città, abbiamo scelto un ristorante consigliato proprio da persone del posto. Nella “Cantinota” si incontrano sia turisti che trentini, semplicemente perché è un buon ristorante. Si tratta di cucina locale, e anche i vini della zona sono veramente buoni (la cantina del ristorante è varia e fornita). La nostra scelta è caduta sui canederli, e c’era una opzione interessante che faceva al caso nostro, con cui era possibile provare 4 gusti diversi: canederli con pane integrale, con formaggio puzzone di Moena, agli spinaci e alla rapa rossa. Un arcobaleno di colori in una cornice di speck e burro fuso. Ci è stato...
da Aldo | mag 30, 2016 | Friuli-Venezia Giulia (Da gustare)
Alla cucina udinese ci ho lasciato un pezzetto di cuore… In compenso però ne ho guadagnato qualche pezzo di pancia! Potrei dire che si tratta del peso della felicità. Quindi ben venga! La città forse non è la più bella del Friuli (sebbene riservi piacevoli sorprese) ma propone piatti così buoni e particolari che davvero bisognerebbe andarci apposta per godersi le loro proposte gastronomiche! Anche perché si tratta di piatti che difficilmente si possono trovare altrove. Per esempio ho potuto conoscere la gubana solo perché me l’ha fatta scoprire una amica udinese che la portò in una cena (grazie, Arianna!) Fu amore a prima vista e da allora sognavo di mangiarla sul posto! Quindi un desiderio che si è avverato finalmente ad Udine (apprezzato anche da Patricia e Maria!) Ma cos’è la gubana? Innanzitutto c’è da dire che è un dolce nato nelle Valli del Natisone preparato in origine nei giorni di festa. E’ a base di pasta dolce lievitata, con un ripieno di noci, uvetta, pinoli, zucchero, grappa, scorza grattugiata di limone, dalla caratteristica forma a chiocciola. È una ricetta imparentata con il presnitz triestino (di origini austro ungariche) e con la classica potizza slovena (tutti buonissimi aggiungerei!) Ma molto meglio di me lo può descrivere il bravo e simpatico pasticciere Danilo D’Olivo nel video, che siamo andati a trovare nella pasticceria Laboratorio del Dolce. Il signor Danilo e la moglie fanno cose buonissime sia della tradizione udinese che di varia natura (come le meringhe con la panna, farcite al momento). Ma soprattutto sono abilissimi nella preparazione di questo dolce tipico di Udine e provincia, che abbiamo provato...
da Aldo | mag 7, 2016 | Da vedere, Veneto (Da vedere)
Abbiamo lasciato Verona senza riuscire a capire quanti giorni ci sarebbero voluti per conoscerla bene. Verona è un tesoro di sorprese! Non solo Arena e Romeo e Giulietta, a Verona c’è un mondo completo da esplorare! Anzi, iniziamo subito con una provocazione: noi pensiamo che l’Arena e ancor più la casa di Giulietta, (le più affollate attrazioni veronesi) sono meno belle e interessanti degli altri posti che abbiamo visto in città! Un parere personale, forse anche influenzato dalle grandi aspettative, in parte deluse. Ma andiamo per ordine. L’Arena, sia chiaro, merita assolutamente una visita, è a pieno diritto l’icona della città (proprio come le figure shakespeariane che dicevamo) basti pensare che è più antica del colosseo, (la costruzione dell’Arena è avvenuta intorno agli anni 41-42 d.C., nell’epoca dell’imperatore Claudio. Mentre il Colosseo, fu costruito successivamente dalla dinastia dei Flavi dal 69 d.C. al 96.) Il punto è che a nostro personale avviso, in questo improbabile paragone con il Colosseo, non ne possiede il fascino e la “visitabilità”. Visto che probabilmente siamo stati anche sfortunati nell’avere diverse privazioni per aree non raggiungibili, diversi lavori e impalcature varie. Crediamo sia meglio entrare nell’Arena in occasione di concerti, opere e spettacoli. Con l’Arena come cornice si rende il tutto ancora più magico! Leggi anche: Verona e la sua delicioza cucina invernale Discorso diverso per quanto riguarda la Casa di Giulietta, meta romantica e affollatissima, per un personaggio di invenzione e non di storia. O meglio, Montecchi e Capuleti (che in realtà si chiamavano Cappelletti) sono esistiti davvero, erano famiglie addirittura citate nella Divina Commedia di Dante. Ma nella storia reale non si...
da Aldo | mag 4, 2016 | Da gustare, Veneto (Da gustare)
Senza dubbio Verona è una città piena di cose da vedere e da fare…ma anche da mangiare. La ricchezza gastronomica di questa città è tale da dover avere sempre a portata di mano forchetta e coltello per assaggiare tutto! Molti dei piatti tipici veronesi sono da periodo invernale o addirittura legati solo al periodo natalizio come l’ormai famosissimo e diffusissimo Pandoro, ci sono anche alcune pasticcerie veronesi che preparano ancora il Nadalin, che ne è l’antenato medievale. Fu inventato nel duecento per festeggiare il primo natale di Verona sotto la signoria della famiglia Della Scala (scaligera). Il pandoro arriverà solo 600 anni dopo! Sono tante ricette legate alla polenta, in particolare con cacciagione (polenta e osei) o con fagioli (polenta infasola). Un altro piatto simbolo di Verona, è la pasta e fagioli (pasta e fasoi) insaporita da quelli che venivano considerati gli scarti del maiale, come le cotiche e la cotenna ma anche pancetta e lardo. Quindi una volta a Verona, abbiamo avuto l’imbarazzo della scelta su cosa provare (visto che l’elenco è davvero ampio). Ci siamo affidati ai nostri gusti e istinto. Sicuramente gli gnocchi era qualcosa da provare, e la scelta si è rivelata davvero azzeccata (tra i migliori gnocchi mai mangiati) con un saporitissimo ragù di anatra. Morbidi e gustosi, che sono spariti alla velocità della luce dal piatto. Gli gnocchi hanno in parte oscurato l’altro buon primo tipico: i bigoli con carne di asino, un piatto comunque davvero particolare ed interessante. I bigoli sono un tipo di pasta ottenuta mediante trafilatura a torchio, di forma tradizionale, anticamente ottenuta a mano. Pastisada de caval Ci incuriosiva...
da Aldo | apr 29, 2016 | Da gustare, Marche (Da gustare)
Devo ammettere che all’ora di pranzo mentre ero ad Urbino, sono diventato improvvisamente cieco a tutta l’arte che mi circondava, e non vedevo l’ora di togliermi lo sfizio di provare sul posto una delle più belle scoperte gastronomiche fatte nelle Marche: la crescia sfogliata di Urbino! Avevo già fatto qualche ricerca su dove mangiarla, ma siccome mi piace anche chiacchierare con la gente del posto, mi sono fidato del consiglio di una guida all’interno del Palazzo Ducale, la quale mi ha detto che potevo non allontanarmi dal centro storico e andare al “Buco” per provare una buona crescia. Vedi altre foto della nostra visita a Urbino La crescia non è altro che una antenata “ricca” della piadina romagnola. Era sicuramente un piatto privilegiato, che si consumava sulle tavole dei nobili di Montefeltro e del ducato. Le principali differenze con la piadina sono che la crescia comprende nell’impasto anche uova e pepe, poi la sfoglia che si ottiene col mattarello va unta con lo strutto e reimpastata ancora una volta. Il tutto le dona una grande ricchezza di sapore. La piadina invece è impastata soltanto una volta e, in principio , era fatta semplicemente con acqua e farina. Dopo, è stato aggiunto anche lo strutto. Ormai da tempo ci sono versioni in cui si utilizza olio di oliva invece dello strutto. Queste differenze di ingredienti e preparazione si sentono, eccome! Abbiamo mangiato molto bene anche a Fano, vedi qui! A Patricia piacciono allo stesso modo la piadina e la crescia. Ma io devo ammettere che preferisco quest’ultima, che sembra davvero più saporita e saziante. Maria non fa tanta distinzione, le...
da Aldo | apr 28, 2016 | Da vedere, Marche (Da vedere)
Ecco quel che si dice un appuntamento importante per un viaggiatore che vuole conoscere l’Italia e le sue bellezze. Tra i luoghi unici che una volta visitati non si possono dimenticare, c’è sicuramente Urbino! E non solo perché Urbino è la città natale di Raffaello (che è già un ottimo biglietto da visita), ma anche perché Urbino è stata uno dei centri più importanti del Rinascimento italiano, il che è tutt’ora evidente nell’architettura della città, il cui centro storico (a pieno merito) è Patrimonio dell’Umanità UNESCO. Passeggiando per Urbino si ha davvero l’impressione che prima o poi Raffaello lo si incontri per strada! Si respira una atmosfera di “antichità”, dal fascino rimasto intatto nel tempo. Vedi altre foto della nostra visita ad Urbino Il Duomo di Urbino, nel centro storico, è la chiesa più importante della città. A mio avviso, molto più bella fuori che dentro, con le numerose statue che si affacciano dall’alto. Tra tutte si spicca quella di San Crescentino, patrono di Urbino (a cui si deve anche il nome della “crescia” di Urbino, di cui parleremo più avanti nel nostro post su Urbino Da Mangiare). Vale la pena comunque ammirare all’interno della cattedrale le due belle opere del pittore urbinate Federico Barocci: “Il martirio di San Sebastiano” e “L’ultima cena”. Leggi anche: Fano, sorpresa a sapore di mare e caffè Le mie impressioni di stupore davanti alla bellezza della città sono ulteriormente confermate durante la visita al Palazzo Ducale, che è a tutti gli effetti una città nella città! Proprio come aveva voluto Federico Da Montefeltro quando la fece costruire nel 1444. Le sue intenzioni erano...