
Lazio
Anche se la regione non possiede la cucina più famosa d’Italia, il Lazio può vantare di avere creato l’abitudine alimentare degli italiani. Fu qui che il semivegetarismo romano si è mescolato alla pratica carnivora dei barbari creando le basi della dieta nazionale. Oggi, il Lazio è sopratutto zona di carne di maiale, formaggio di pecora e carciofi

Olive di Gaeta: già citate da Virgilio nell’ Eneide
Parlare di Gaeta è parlare di olive. In particolare olive nere da tavola con marchio DOP di approvazione (Denominazione di Origine Protetta). È vero che l’Italia è famosa in tutto il mondo per la produzione di olive. Esistono 900 mila proprietà produttrici, per un totale di più di un milione di ettari. Secondo i dati Ismea (Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare). L’Italia è il paese con il maggior numero di varietà di olive nel mondo. Ci sono oltre 500 diversi tipi di diffusione di oliva sul territorio. leggi tutto…

Tiella, il piatto che da solo vale la visita a Gaeta
C’è un piatto tipico a Gaeta che si può trovare solo in paese (e in qualche località vicina) per cui, vale la pena andarci apposta: stiamo parlando della tiella! Noi conoscendo questo “limite” l’abbiamo mangiata a pranzo e cena per due giorni di seguito. E avremmo continuato ancora se non fosse finito il viaggio! leggi tutto…

Pizza era già sulla
bocca di tutti nel 997
Stavolta parlando della storia della pizza non parleremo di Napoli (città giustamente associata a uno degli alimenti più diffusi al mondo) e non parleremo neanche di Roma, cuore del paese e responsabile della diffusione delle basi delle abitudini alimentari dell’intera penisola. Il primo registro della parola “pizza” è stato trovato nella città di Gaeta, a 160 km dalla capitale italiana e a 80 km da Napoli. Il testo è parte di un documento della fine del X secolo ,denominato Codex Diplomaticus Cajtanus, una sorta di rapporto giornaliero del Ducato di Gaeta. Attualmente il codice è tenuto nell’Archivio del Museo Diocesano della città. leggi tutto…

Le Golosità Viterbesi : Acqua cotta, Strozzapreti e Schiaffi
Ho un bel ricordo del primo anno che mi sono trasferito a Roma, una domenica mattina degli amici mi dissero “oggi ci andiamo a fare una bella passeggiata a Viterbo”, in realtà poi arrivammo a ora di pranzo e passammo tutto il tempo solo chiusi in una trattoria a mangiare e bere, senza vedere quasi nulla della città. Mi sono rimasti impressi quei sapori rustici e genuini e sono stato molto contento aver avuto l’occasione di tornare insieme alla mia famiglia per ritrovarli ancora e conoscere (finalmente) per bene la città di Viterbo quanto merita!
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