Livorno, la città del “cacciucco pride”

Livorno, la città del “cacciucco pride”

Siamo andati a Livorno con un’idea fissa: provare il cacciucco. La nostra ansia è aumentata ulteriormente, perché ci siamo arrivati nel bel mezzo dei preparativi del primo festival gastronomico della città. Mancavano solo due giorni per il “Cacciucco Pride”! Il nome dell’evento rende già chiaro l’importanza del piatto nella cucina locale. Il cacciucco è considerato dai livornesi una sintesi della loro società di quasi 160.000 abitanti. Si tratta di una zuppa fatta con diversi tipi di pesce e frutti di mare, condita con sale, pepe, peperoncino, pomodoro, vino bianco, olio extravergine di oliva e tanto aglio, arricchito con fette di pane tostato (con aggiunta di aglio anche sul pane) e cotto per diverse ore, aggiungendo ogni tipo di pesce in base al diverso tempo di cottura . Questo piatto risale alla fine del diciassettesimo secolo ed stato creato per utilizzare le rimanenze della vendita dei pescatori, non necessariamente “scarti”, ma comunque pesce ancora fresco da utilizzare. Per i livornesi questo mix di pesce è sinonimo della mescolanza razziale degli abitanti , storicamente uno dei porti più aperti alle migrazioni in Italia. Quindi con tutta questa presentazione, il nostro primo pensiero è stato il voler conoscere questo piatto: il caciucco, la cui origine del nome ha tre versioni credibili che parlano di eredità turche, spagnole e vietnamite! Clicca qui per conoscere anche un’altra zuppa di pesce italiana: il brodetto di Fano! Dopo una buona ricerca e tante chiacchiere con i livornesi e chi frequenta livorno, eravamo in dubbio tra tre ristoranti: La Barcarola, Galileo e Melafumo. Per una questione logistica (Da Galileo era troppo fuori mano e a Melafumo avremmo dovuto chiamare in...
Trento: Canederli e il migliore caffè del viaggio (fin’ora)

Trento: Canederli e il migliore caffè del viaggio (fin’ora)

E chi se lo aspettava che uno dei migliori caffè in giro per l’Italia, lo potessimo trovare proprio a Trento! Mentre ci sono invece città che sono precedute da grande fama per il buon caffè, come Trieste, che in realtà ci ha un po’ deluso. Qui invece abbiamo avuto una piacevole sorpresa in una piccola torrefazione, abbiamo bevuto un caffè che ci ha colpiti per aroma e sapore (dal retrogusto persistente). Sicuramente il fatto di essere una piccola torrefazione è già un vantaggio, si può lavorare con più libertà con i diversi tipi di caffè creando tanti blend e facendo tanti esperimenti. La “Casa del Caffè” si trovava proprio nel mezzo della nostra passeggiata al centro di Trento. Il titolare, disponibile e chiacchierone, è davvero un appassionato esperto “dell’oro nero” e ci ha raccontato tanti dettagli interessanti a riguardo. Come l’arte di adattare la miscela del caffè al gusto della zona geografica dove ci si trova. Vedi nel video: Dopo aver fatto colazione e conosciuto meglio la città, abbiamo scelto un ristorante consigliato proprio da persone del posto. Nella “Cantinota” si incontrano sia turisti che trentini, semplicemente perché è un buon ristorante. Si tratta di cucina locale, e anche i vini della zona sono veramente buoni (la cantina del ristorante è varia e fornita). La nostra scelta è caduta sui canederli, e c’era una opzione interessante che faceva al caso nostro, con cui era possibile provare 4 gusti diversi: canederli con pane integrale, con formaggio puzzone di Moena, agli spinaci e alla rapa rossa. Un arcobaleno di colori in una cornice di speck e burro fuso. Ci è stato...
Venezia: bellini, carpaccio e tanta frustrazione

Venezia: bellini, carpaccio e tanta frustrazione

Venezia è stata una delle prime città ad essere inserita nel programma della nostra avventura, quando eravamo ancora in fase decisionale . Ma il motivo per cui volevamo visitarla non ha niente a che vedere con la sua bellezza (o perlomeno, non solo quello). La città è uno dei più importanti centri gastronomici d’Italia, responsabile per la creazione e la diffusione di numerose ricette e abitudini alimentari del paese. È stato a Venezia, per esempio, che il caffè è arrivato per la prima volta in Italia, ed è stato a Venezia che si è creata l’abitudine di consumare il caffè con la popolarità che si ha oggi (il Caffè Florian è testimone di questa epoca). E ‘stato a Venezia, insieme a Padova, dove si è diffusa l’abitudine dell’aperitivo in tutto il paese (prendere un drink accompagnato da qualche stuzzichino, a metà mattina o nel tardo pomeriggio). In città, sarebbe stato inventato lo “spritz sporco” italiano (abbiamo già parlato della rivalità con Padova riguardo l’origine) e altre bevande e liquori famosi. A Venezia, sono nate anche numerose ricette per i piatti a base di pesce e frutti di mare. In ogni caso, la lista è lunga, ma per noi sono particolarmente interessanti due invenzioni veneziane: il carpaccio e il Bellini. Entrambe sono parte della storia della stessa attività aperta nel 1931. Un bar situato in calle Vallaresso, dietro piazza San Marco. Harry ’s bar fa parte di un impero costruito da Giuseppe Cipriani ed è considerato uno dei bar storici di Venezia e uno dei più importanti d’Italia. Qui, come in tutta la città, l’invasione dei turisti è massiccia e...
Spritz, il drink austriaco che è diventato aperitivo nazionale

Spritz, il drink austriaco che è diventato aperitivo nazionale

L’origine dello Spritz non è italiana. Questo drink che ha contribuito a diffondere l’abitudine dell’aperitivo in Italia ha le sue radici nella confinante Austria. Dove è nata l’abitudine di diluire il vino bianco con acqua gasata o seltz, lo “spritzen”, che in tedesco significa “spruzzare”. Non c’è da stupirsi che anche oggi in Friuli-Venezia Giulia, una regione che confina appunto con l’Austria, lo spritz è ancora servito in questo modo. Quando eravamo a San Daniele, la provincia di Udine famosa per il prosciutto, lo abbiamo bevuto proprio così . Tra l’altro ci hanno servito vino e acqua separatamente, che dovevamo mescolare noi al momento di berlo. L’Italia tuttavia, ha il merito di inventare la versione “sporca” (cioè “colorata” da aperitivi come il campari, il bitter, il cynar.. etc) e poi la versione Aperol Sprit, che ha reso questo aperitivo famoso in tutto il mondo. Ma chi in Italia sarebbe stato responsabile della creazione dello spritz “sporco”? Leggere anche: Padova e il suo cibo di strada benedetto Padova vs. Venezia Eravamo nel bel mezzo di un conflitto, riguardo chi ha inventato lo spritz . Padova e Venezia competono ferocemente per la creazione e il consumo di questo drink . Niente di più padovano che sedersi in uno dei bar di piazza delle Erbe e bere uno spritz a metà mattina . Niente di più veneziano che andare al bar a fine pomeriggio per un aperitivo. Tra l’altro ci sono diverse competizioni e rivalità di altre entità che riguardano sempre Padova contro Venezia (proprio come tra pisani e livornesi). Il giornalista Alessandro Marzo Magno, nel suo libro “Il genio del gusto”, dice...
Padova: in Terra Santa, lo street food è benedetto!

Padova: in Terra Santa, lo street food è benedetto!

Come abbiamo detto nel blog, Padova è una città sia universitaria che di forte turismo religioso. È quindi normale che in tale ambiente nasce una cultura intensa di cibo di strada. E che cultura! Si mangia moltissimo e bene per le strade di Padova. Dal salato al dolce, sono tante le opzioni! Siamo arrivati a Padova nella tarda mattinata di un lunedi. C’erano ancora alcune ore per poter fare check in nel nostro alloggio Airbnb e stavamo morendo di fame, quindi siamo corsi in uno dei locali che più ci erano stati raccomandati più caldamente in città. Dalla Zita è una piccola attività che si trova nel cuore storico di Padova, tra la piazzetta Pedrocchi e la piazza delle Erbe. Il locale può ospitare sei persone sedute e sei in piedi. Al banco ci sono due persone, Donna Zita e la sua aiutante che si prodigano nella produzione di panini con varie farciture. Il menu è l’esatto opposto delle dimensioni del locale. Appeso sul muro, piccoli post-it colorati che mostrano 165 opzioni di panini, fatti al momento, in base alla domanda dei clienti. Tutti i panini sono in due versioni: una normale e una maxi. Aldo ha preso un Tokio (hambuguer, fontina, pomodoro e salsa barbecue). Mentre io ho mangiato un Clara (salmone, formaggio brie e zucchine alla griglia). Siamo d’accordo sul fatto che la mia scelta era migliore, ma entrambi erano molto buoni! Senza dubbio, il locale merita la fama che lo precede. Vedi altre foto della nostra visita a Padova Tra l’altro, nessuno dei posti dove abbiamo mangiato a Padova ci ha deluso. Raccomandatissima la Pizzeria Orsucci...
Fano, sorpresa a sapore di mare e caffè

Fano, sorpresa a sapore di mare e caffè

Il bello del nostro viaggio, come di tutti i viaggi è scoprire posti nuovi e cose nuove, non solo nella cucina, e non con un approccio da “esperti”, bensì l’esatto opposto: da persone che vogliono imparare e conoscere. E a tutti gli effetti, ci stiamo facendo una cultura, da tanti punti di vista. Anche solo nel passare in un paese per mezza giornata, chiacchierando con la gente, chiedendo consigli e indicazioni. Spesso ci si imbatte in cose interessanti e inaspettate. Nonostante programmiamo ogni tappa (dove andare e cosa fare) ,incontriamo spesso piacevoli imprevisti e fuori-percorso, seppur brevi. E’ il caso di Fano. Tutto è nato dalla nostra ricerca su dove mangiare il brodetto marchigiano, questa zuppa di pesce è famosa soprattutto nelle città di San Benedetto del Tronto, Ancona, Porto Recanati (la versione più antica) e appunto Fano (che non era prevista nelle nostre tappe marchigiane). Chiacchierando con le nostre amiche a Pesaro siamo venuti a sapere che da più di dieci anni proprio a Fano si svolge il “Festival internazionale del brodetto e delle zuppe di pesce”, e nella stessa città c’è un ristorante che ha vinto due volte il premio come miglior brodetto:“Ristorante la Liscia da Mr. Ori”. Presto fatto, abbiamo chiamato per prenotare un pranzo parlando con Mr. Ori in persona. Che si rivela un simpatico personaggio, per niente spaventato dal fatto che fossimo 4 adulti con 3 bambini (ha lo stesso numero di figli piccoli) ci ha provvisto subito di sediolini da attaccare al tavolo e sedioloni e in più quaderni e penne per scarabocchiare, questo ovviamente ci è piaciuto molto! Venendo al piatto, siamo rimasti...
10 cose che hai bisogno di sapere riguardo il caffè italiano

10 cose che hai bisogno di sapere riguardo il caffè italiano

1. Il caffè italiano é famoso per essere uno dei migliori del mondo per “l´invenzione” del caffè espresso e per la qualità del processo di torrefazione, seppur l’Italia non ne coltivi la pianta. Secondo il Comitato Italiano del Caffè (Comitcaf), tutti i chicchi lavorati, commercializzati all’interno del paese ed esportati dall’Italia, avvengono da piantagioni di circa 50 diversi paesi. I principali sono: Brasile (30% delle importazioni), Vietnam (23%), India (11,5%), Uganda (8,4%) e Indonesia (6,7%). 2. Il caffè espresso nacque nel nord Italia alla fine del 19° secolo, mentre l’espresso crema come lo conosciamo oggi fu una creazione della fine degli anni 40 del secolo scorso, ciò è stato reso possibile con l’invenzione della caffettiera Gaggia modello classico. 3. Il consumo annuo procapite di caffè in Italia è di 5,77 kg. Nel Brasile, il più grande produttore di caffè del mondo, questo valore è di 4, 89 kg. Però c’è bisogno di dire che il modo con cui si beve il caffè nei due paesi è diverso. Mentre gli italiani bevono soprattutto l’espresso, più concentrato, i brasiliani bevono più caffè filtrato. 4. Ci sono decine di modi di chiedere un caffè o un caffè con aggiunta di latte in un bar in Italia. Secondo il centro di studi Italian Tasters, non esiste un numero ufficiale di variazione dei diversi modi di servire la bevanda, però i tipi più comuni serviti in qualsiasi bar (come macchiato, corretto, doppio, lungo, americano, marocchino) superano la ventina. 5. Il cappuccino è soltanto caffè , latte e schiuma di latte. Più precisamente 25ml di caffè espresso mescolato a 100ml di latte vaccino vaporizzato, secondo l’Istituto Nazionale Espresso Italiano....