Vedi 10 curiosità e consigli sull’olio di oliva

Vedi 10 curiosità e consigli sull’olio di oliva

La nostra avventura ci ha portato in quattro delle principali aree di produzione di olio d’oliva in Italia. Lungo la strada, abbiamo visto diversi processi di produzione e lavorazione, conoscendo diversi tipi di oliva e parlando con tante persone “esperte” a riguardo, possiamo dire che abbiamo imparato diverse cose su questo prezioso prodotto. Abbiamo deciso quindi di raccogliere dieci curiosità e i suggerimenti migliori per quello che è chiamato “oro liquido”! – In sostanza, ci sono tre “livelli”; di olio di oliva sul mercato internazionale: raffinato, vergine e extra vergine. La differenza principale tra i tre oli è il grado di acidità. Il limite consentito per tale classificazione varia da paese a paese. In Italia per considerarsi olio extravergine, l’acidità non può superare 0,8 g ogni 100 g di olio. Il Vergine può raggiungere un’acidità di 2 g per 100 g di prodotto e il raffinato da 2g. a 3.3g. Inoltre, il processo di estrazione è diverso. Mentre nel caso di vergine ed extravergine, per ottenere l’olio le olive vengono pressate a freddo, senza subire ulteriori processi chimici, per l’olio raffinato si pratica invece una miscela di vergine ed extravergine con altro olio chimicamente raffinato (in percentuali che non hanno un limite prestabilito); – è interessante notare che il grado di acidità menzionato non può essere avvertito al palato, ma solo mediante analisi chimica. Da non confondere l’acidità con il “pizzicore”; in gola che causano alcuni oli. Al contrario, questa sensazione di “prurito”; o “piccante”; è un segno che l’olio è ricco di polifenoli, sostanze antiossidanti, benefiche per la salute; – il prezzo dice tanto sulla qualità dell’olio d’oliva. Il processo...
5 consigli e curiosità sul pesto genovese

5 consigli e curiosità sul pesto genovese

– il basilico usato per fare il pesto genovese non ha le stesse caratteristiche di quello usato nel Sud Italia per fare, ad esempio, l’insalata caprese e la pizza margherita. La differenza principale riguarda le dimensioni delle foglie. Per il pesto, devono essere piccole per non lasciare un sapore di menta nella preparazione ; – il miglior basilico per il pesto viene prodotto a Pra, 25 km circa dal centro di Genova. La qualità della produzione è riconosciuta dal governo europeo e riceve la certificazione D.O.P (Denominazione di Origine Controllata); – anche se la ricetta tradizionale del pesto parla di parmigiano e pecorino grattugiato, è normale trovare a Genova ricette che non utilizzano il pecorino perché questo darebbe un gusto più piccante alla salsa; – per coloro che vogliono acquistare il pesto pronto in un supermercato è sempre preferire quelli che si trovano nel frigorifero, di solito senza o con piccola aggiunta di conservanti; – ci sono due scuole di pesto a Genova: quella del mortaio e quella della centrifuga. I puristi dicono che il vero pesto deve essere fatto nel mortaio perché conserva meglio le proprietà delle foglie di basilico....
Lo sapevi che (nell’Umbria)?

Lo sapevi che (nell’Umbria)?

 Proprio come nel Lazio, in Umbria abbiamo fatto tante scoperte  divertenti e golose! Quindi, lo sapevi che… Che la Cappella di San Brizio, nel Duomo di Orvieto, è stata l’ispirazione per la Cappella Sistina?  La versione raccontata da alcuni storici è che Michelangelo avrebbe visitato la città di Orvieto e  visto la cappella. Il realismo del Giudizio Finale dipinto da Luca Signorelli lo avrebbe lasciato così impressionato che Michelangelo avrebbe usato il dipinto  come “modello” per il suo Giudizio Universale al Vaticano. – che la parola norcineria è sinonimo di salumeria e che questo si deve a Norcia? La città, al confine tra le regioni Umbria e Marche, è famosa fin dal periodo medievale per le sue tecniche di taglio, insaccamento e stagionatura della carne di maiale. La parola Norcineria quindi indica sia il luogo in cui si vendono prodotti a base di carne di maiale, che le tecniche applicate nel processo di preparazione dei salumi. – che la lasagna ha un antenato medioevale chiamato Mariconda? La ricetta della Mariconda è stata creata nel Medioevo. Una delle principali differenze tra Mariconda e sua “nipote” la lasagna, è la forma di presentazione dell’impasto . Nella ricetta medievale, dopo essere stata al forno, la pasta viene tagliata a strisce e arrotolata con il ripieno, di solito fatta con erbe di campo e ricotta. – che la ricotta è così chiamata a causa del suo metodo di fabbricazione? Per fare la ricotta è necessaria la doppia cottura del siero di latte, cioè viene quindi “ricotta”. – che la ricotta non é un formaggio ma un semplice latticino ? Questo perché formaggi sono il risultato...
Lo sapevi che(nel Lazio)?

Lo sapevi che
(nel Lazio)?

Durante il nostro viaggia nel Lazio abbiamo scoperto un bel po’ di curiosità sulla regione. Qui abbiamo messo insieme quelle che ci sembravano più interessanti. – La prima registrazione della parola “pizza” è in un libro conservato nell’archivio del Museo Diocesano di Gaeta La città di circa 20.000 abitanti si trova a 120 km da Roma e 80 km da Napoli. La parola è stata scritta in un documento chiamato Codex Diplomaticus Cajtanus, scritto nel 997. – La pasta all’amatriciana, anche se è considerata un piatto tipico romano è stata creata nella piccola città di Amatrice. La città è praticamente al confine tra le regioni Lazio e Abruzzo. – Lo stesso comune di Amatrice in realtà apparteneva alla regione Abruzzo fino al 1927, quando il dittatore Benito Mussolini decise di includerlo/regalarlo alla provincia di recente nascita di Rieti, nella regione Lazio. – L’unico museo interamente dedicato al barocco in Italia è nella città di Ariccia, 26 km da Roma. Il Museo del Barocco si trova all’interno del Palazzo Chigi ed è stato inaugurato nel 2007. La collezione si compone esclusivamente di donazioni e ha opere di artisti come Pietro di Cortona, Mattia Preti, Carlo Maratta, il Baciccio e Giacinto Brandi – Perché la porchetta (di Ariccia) si chiama così e non porchetto? Semplicemente perché è fatta con maiali esclusivamente di sesso femminile. Sembra che, secondo i produttori, la carne di femmina è più morbida. – Il Palazzo Pontificio di Castel Gandolfo, considerata la residenza estiva dei papi, è recentemente sede di un museo, dal 2015. Questo “cambiamento” è stato determinato da Papa Jorge Mario Bergoglio, poichè il Pontefice argentino...
Bere acqua a Roma non costa nulla

Bere acqua a Roma
non costa nulla

Vuoi girare per Roma senza spendere una lira per l’acqua da bere? Sì, è possibile. A Roma c’è acqua in abbondanza, gratuita e di facile reperibilità. Aldo ama dire che questa città sa essere davvero “proletaria” se ci si muove nel modo giusto e nei posti giusti. Non  so se sono totalmente d’accordo, ma quando l’argomento è acqua lui ha pienamente ragione. Basta fare un piccolo giro nella città per trovare almeno una fontana in mezzo alla strada. E quando dico “piccolo” lo intendo per davvero. Secondo l’Acea (azienda responsabile per la fornitura d’acqua e luce a Roma), la città possiede 2.500 fontane di acqua potabile, la media di una fontana per ogni 500m. A Roma queste fontane vengono chiamate “nasoni” per via della forma ricurva dei rubinetti che ricordano un grande naso, ed erogano acqua 24h su 24h. Se stai pensando, “Va bene,ce ne sono tante, ma io sto morendo di sete, come posso sapere esattamente dove si trova una fontanella nel raggio di 500 metri? “Non ti preoccupare, non è necessario vagare per la città con la bocca secca. La stessa Acea ha fatto il grande favore di lanciare un app per iPhone, iPad e iPod con la mappa di quante fontane sono distribuite per la città. Chiamato “Acqua a Roma.” Il link per il download è questo: iTunes Acqua Roma Per quelli che hanno Android, o preferiscono avere la mappa cartacea, è possibile scaricarlo da questo link: Acqua Roma mappa Può sembrare esagerato fare economia con l’acqua, ma io credo che vale davvero la pena. Una bottiglia minerale da 500 ml costa in media 1-2 euro...