da Aldo | set 19, 2016 | Da gustare
In Italia ci sono abitudini alimentari che sono comuni e molto simili in ogni regione. Bolzano invece è il contrario di tutto ciò. Il simbolo più grande di quel certo tipo di nord vicino al confine dove ogni altra regione sembra lontana per usi e costumi. Sembra a tutti gli effetti che il confine lo si è già valicato! Per tanti aspetti potrebbe essere Germania o soprattutto Austria a partire dal fatto che si parla in prevalenza tedesco e si mangia anche allo stesso modo. Una abitudine su tutte salta agli occhi appena si arriva alla città: la varietà e bontà del pane “che parla tedesco”. Sono pagnotte con semi di girasole, noci, patate, semi di papavero, segale. Ma anche i pani speziati con erba trigonella, cumino, coriandolo, finocchio e tanto altro. Per non dire gli ottimi brezel o pretzel da farcire o da mangiare assoluti. Vedi altre foto della nostra visita a Bolzano Le diverse varietà di pane tipiche del territorio vengono preparate secondo ricette antiche e procedimenti tradizionali. La farina deve essere costituita per un minimo di 75% da cereali locali. E in effetti la differenza si nota. Nello specifico, per considerare “pane dell’Alto Adige” (che possiede il marchio di qualità) sono vietati conservanti, esaltatori di sapidità o altri additivi chimici. Pur preferendo i piccoli forni artigianali c’è una piccola “catena” che è facilmente reperibile in città e che mantiene un’alta qualità e grande varietà. Franziskaner Backerei ha ben nove filiali a Bolzano e può essere considerata sia panetteria che pasticceria. Dove c’è anche la possibilità di farcire i panini (come il classico pane di segale con speck)...
da Patricia | lug 11, 2016 | Da gustare
Siamo andati a Livorno con un’idea fissa: provare il cacciucco. La nostra ansia è aumentata ulteriormente, perché ci siamo arrivati nel bel mezzo dei preparativi del primo festival gastronomico della città. Mancavano solo due giorni per il “Cacciucco Pride”! Il nome dell’evento rende già chiaro l’importanza del piatto nella cucina locale. Il cacciucco è considerato dai livornesi una sintesi della loro società di quasi 160.000 abitanti. Si tratta di una zuppa fatta con diversi tipi di pesce e frutti di mare, condita con sale, pepe, peperoncino, pomodoro, vino bianco, olio extravergine di oliva e tanto aglio, arricchito con fette di pane tostato (con aggiunta di aglio anche sul pane) e cotto per diverse ore, aggiungendo ogni tipo di pesce in base al diverso tempo di cottura . Questo piatto risale alla fine del diciassettesimo secolo ed stato creato per utilizzare le rimanenze della vendita dei pescatori, non necessariamente “scarti”, ma comunque pesce ancora fresco da utilizzare. Per i livornesi questo mix di pesce è sinonimo della mescolanza razziale degli abitanti , storicamente uno dei porti più aperti alle migrazioni in Italia. Quindi con tutta questa presentazione, il nostro primo pensiero è stato il voler conoscere questo piatto: il caciucco, la cui origine del nome ha tre versioni credibili che parlano di eredità turche, spagnole e vietnamite! Clicca qui per conoscere anche un’altra zuppa di pesce italiana: il brodetto di Fano! Dopo una buona ricerca e tante chiacchiere con i livornesi e chi frequenta livorno, eravamo in dubbio tra tre ristoranti: La Barcarola, Galileo e Melafumo. Per una questione logistica (Da Galileo era troppo fuori mano e a Melafumo avremmo dovuto chiamare in...
da Patricia | mag 31, 2016 | Ricette
Quando eravamo a San Daniele, a ristorante ci hanno consigliato una ricetta di primo con il prosciutto DOP da fare a casa. Eccola qui! (ricetta per quattro persone) Ingredienti 400g di tagliolini freschi 200g di prosciutto di San Daniele in fetta unica 4 fette di prosciutto di San Daniele tagliato sottile (da usare per la decorazione) 60g di olio extravergine 250g di panna fresca Sale e pepe a piacere Semi di papavero a piacere Preparazione 1. Con un coltello, tagliare la fetta di prosciutto a pezzettini e rosolare nell’olio in un tegame antiaderente 2. Aggiungere un pizzico di pepe e la panna fresca 3. Amalgamare bene e quando la salsa ha raggiunto l’ebollizione aggiungere i tagliolini a secco (senza averli precedentemente cotti nell’acqua) 4. Versare quindi nel tegame circa 80 cl di acqua bollente, un pizzico di sale e mescolare fino al completo assorbimento dell’acqua 5. Deve risultare molto morbido, se non lo fosse aggiungere un altro po’ di acqua bollente 6. Disporre il tutto in un piatto abbastanza grande , precedentemente cosparso di semi di papavero 7. Guarnire il piatto adagiando sopra ai tagliolini una fetta sottile di San...
da Aldo | apr 29, 2016 | Da gustare, Marche (Da gustare)
Devo ammettere che all’ora di pranzo mentre ero ad Urbino, sono diventato improvvisamente cieco a tutta l’arte che mi circondava, e non vedevo l’ora di togliermi lo sfizio di provare sul posto una delle più belle scoperte gastronomiche fatte nelle Marche: la crescia sfogliata di Urbino! Avevo già fatto qualche ricerca su dove mangiarla, ma siccome mi piace anche chiacchierare con la gente del posto, mi sono fidato del consiglio di una guida all’interno del Palazzo Ducale, la quale mi ha detto che potevo non allontanarmi dal centro storico e andare al “Buco” per provare una buona crescia. Vedi altre foto della nostra visita a Urbino La crescia non è altro che una antenata “ricca” della piadina romagnola. Era sicuramente un piatto privilegiato, che si consumava sulle tavole dei nobili di Montefeltro e del ducato. Le principali differenze con la piadina sono che la crescia comprende nell’impasto anche uova e pepe, poi la sfoglia che si ottiene col mattarello va unta con lo strutto e reimpastata ancora una volta. Il tutto le dona una grande ricchezza di sapore. La piadina invece è impastata soltanto una volta e, in principio , era fatta semplicemente con acqua e farina. Dopo, è stato aggiunto anche lo strutto. Ormai da tempo ci sono versioni in cui si utilizza olio di oliva invece dello strutto. Queste differenze di ingredienti e preparazione si sentono, eccome! Abbiamo mangiato molto bene anche a Fano, vedi qui! A Patricia piacciono allo stesso modo la piadina e la crescia. Ma io devo ammettere che preferisco quest’ultima, che sembra davvero più saporita e saziante. Maria non fa tanta distinzione, le...
da Aldo | mar 22, 2016 | Da gustare, Umbria (Da gustare)
Innanzitutto dobbiamo dire che per noi Orvieto ha un retroscena romantico, è stato il primo piccolo viaggio che abbiamo fatto insieme (io e Patricia), poco dopo che ci siamo messi insieme. Passeggiata e cenetta Tête-à-tête inclusa (già allora mangiammo cose buonissime, che ci hanno lasciato un bel ricordo.) Ora facciamo conoscere questa stupenda città anche a Maria. Perché in realtà questa è la terza volta che torniamo a Orvieto, Ne siamo davvero innamorati! Oltretutto siamo felici di ritrovare una cara amica, con cui la nostra amicizia è cominciata durante la nostra prima visita alla città, dopo avere conosciuto il suo ristorante, il Duca di Orvieto. La signora Adler è il motivo principale per cui siamo tornati a raccontare la gastronomia locale. Pensiamo che Adler abbia davvero delle mani magiche (tutto quel che cucina diventa oro!) Lei ha un rapporto intenso col cibo e quel che cucina. Il tutto nasce da una sua grande passione, basata su studi e ricerche storiche del Medioevo, e anche nel rispolverare ricette dimenticate (chiacchierando con signore anziane del posto che custodiscono questi piatti preziosi tramandati di famiglia in famiglia). Il tutto farcito da una grande pazienza e maestria. Stiamo parlando di ricette che richiedono anche giorni di preparazione. Quindi possiamo trovare una Orvieto di altri tempi nei suoi piatti, dei sapori umbri di ricette perdute. Più dell’Umbria: Spoleto e la storia della cucina umbra La bellissima sorpresa che ci ha fatto Adler è stata nell’averci fatto scoprire la “Mariconda” un antenato della lasagna, altrettanto buono. Questo piatto richiede molto tempo nella preparazione, come spiega Adler nel video. Ma non abbiamo assaggiato solo la Mariconda....