da Patricia | mar 6, 2016 | Da vedere, Lazio (Da vedere)
La nostra ultima tappa nel Lazio ci ha fatto fare un viaggio nel meraviglioso immaginario medievale. Come in una favola, un principe perde la moglie e sconvolto, decide di costruire un “giardino delle meraviglie” nella speranza di rivedere la propria amata. Questa è la sintesi di una delle versioni che riguardano l’eccentrico principe Pier Francesco Orsini, che fece costruire nel 16 ° secolo, uno dei luoghi più “magici” che abbiamo visto in Italia fin ora. Il Bosco Sacro, noto come “Parco dei Mostri”, si trova nella piccola cittadina di Bomarzo, in provincia di Viterbo, a 87 km da Roma. La città ha meno di duemila abitanti e si trova al confine tra le regioni di Lazio e Umbria. Guarda le foto della nostra visita al Parco dei Mostri Purtroppo, arrivare a Bomarzo senza una macchina non è facile. Partendo da Roma, si può prendere un treno per la città di Orte e lì, un autobus per Bomarzo. Tuttavia, la fermata più vicina al parco si trova di fronte al municipio del paese, a 1,6 km di distanza dall’ingresso del parco. Si può anche prendere un taxi alla stazione di Orte verso il parco, ma il prezzo è abbastanza alto: 29 euro a tratta. A causa del difficile accesso, avevamo quasi deciso di abbandonare l’idea della visita. Ma poi abbiamo cambiato idea grazie ad un amico che ha casa a Bomarzo e che ci ha offerto di portarci al parco. Ringraziamo molto l’aiuto di Valerio perché la visita (anche al paese stesso) è valsa MOLTO la pena. Il Bosco Sacro è stato progettato dall’architetto Pirro Ligorio (responsabile anche di Villa...
da Patricia | mar 5, 2016 | Da gustare, Interviste, Lazio (Da gustare)
Parlare di Gaeta è parlare di olive. In particolare olive nere da tavola con marchio DOP di approvazione (Denominazione di Origine Protetta). È vero che l’Italia è famosa in tutto il mondo per la produzione di olive. Esistono 900 mila proprietà produttrici, per un totale di più di un milione di ettari. Secondo i dati Ismea (Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare). L’Italia è il paese con il maggior numero di varietà di olive nel mondo. Ci sono oltre 500 diversi tipi di diffusione di oliva sul territorio. Ma quello che non tutti sanno è che la maggior parte di questa coltivazione è utilizzata per produrre olio d’oliva. Il paese è il secondo più grande produttore di olio al mondo, dopo la Spagna. Quindi, c’è poco spazio per le olive da tavola. Solo il 3% della produzione nazionale sono dedicate alle Olive da tavola . Quindi in questa piccola percentuale, quelle che ancora hanno un marchio di qualità, sono considerate una preziosa rarità . Questo è il caso delle olive Gaeta! Leggi anche: il primo registro nel mondo della parola “pizza” è nel museo di Gaeta Oltre alla Tiella di cui si è già tanto parlato, è stato questo particolare tipo d’oliva che ci ha portato ad includere nel nostro programma la città di Gaeta. Anche se il sigillo DOP è stato rilasciato ai produttori, alla fine dello scorso anno e la raccolta di questo mese di marzo sarà la prima col marchio di garanzia, le olive di questa zona sono note fin dall’antichità. Virgilio stesso ne ha parlato nell’Eneide! Conosciuta come “Oliva di Gaeta”, la varietà...
da italiaa3 | mar 2, 2016 | In cucina, Ricette
La tiella è la ricetta per eccellenza di Gaeta. È stata creata alla fine dell´Ottocento. Quella di polpo è una delle più tradizionali. (per una tiella da 1kg./8 fette) Ingredienti (impasto) ½ kg di farina 10gr di lievito 15gr di sale 1 cucchiaino di olio extravirgine di oliva 300gr di acqua (ripieno) 800gr di polpo bollito 150gr di pomodori 40gr di olive nere snocciolate 1 spicchio d’aglio Prezzemolo Peperoncino Olio extravirgine di oliva Preparazione 1. Riempire d’acqua una pentola abbastanza capiente da contenere il polpo. Aggiungere sale tre volte tanto quello necessario per salare l’ acqua per la pasta (abbondante). Cuocere il polpo per 20 minuti e lasciarlo più 20 minuti di riposo nell’acqua. 2. In una ciotola, mettere il lievito con sale e olio. Aggiungete la farina man mano fino ad ottenere un impasto omogeneo, lavorandolo per almeno 10 minuti. 3. Avvolgere l’impasto in uno strofinaccio e fatelo lievitare per almeno mezz’ora dentro il forno spento. 4. Nel frattempo preparate il ripieno tagliando il polpo a pezzetti e condendolo con olio, prezzemolo, peperoncino, pomodori e le olive nere snocciolate. 5. Prendete due terzi dell’impasto e stendetelo con un matterello fino a ottenere una sfoglia dello spessore inferiore ad un centimetro. 6. Ungere una teglia rotonda di 35/36cm con l’olio e foderatela con il disco di pasta. 7. Mettete il ripieno sulla pasta in modo omogeneo. 8. Stendere l’impasto che resta e usarlo per ricoprire la tiella. Con l’aiuto del matarello, tagliare il bordo. Fare dei piccoli buchi nella parte superiore dell´impasto e con una forchetta fare una lieve pressione su tutto il bordo. 9. Infornare la tiella per...
da Aldo | mar 1, 2016 | Da gustare, Lazio (Da gustare)
C’è un piatto tipico a Gaeta che si può trovare solo in paese (e in qualche località vicina) per cui, vale la pena andarci apposta: stiamo parlando della tiella! Noi conoscendo questo “limite” l’abbiamo mangiata a pranzo e cena per due giorni di seguito. E avremmo continuato ancora se non fosse finito il viaggio! Per parlare della tiella dobbiamo tornare indietro nel tempo fino all’epoca dei Borboni (fine ottocento) i quali ne erano grandi estimatori, questo nonostante fosse un piatto di origine povera . Si tratta di una pizza farcita con diversi tipi di ripieni, attualmente i più apprezzati sono quelli classici di polpo o di scarole con olive, ma esistono altre buonissime varianti come calamari, alici, cipolle, baccalà e addirittura cozze! Leggi anche: Pizza era già sulla bocca di tutti nel 997 C’è uno stretto legame con il mare e i suoi prodotti, questo piatto nasce anche dalla necessitá di consumare il pescato e la farina. Pescatori e contadini portavano con se le tielle cucinate dalle proprie mogli come un pasto che poteva conservarsi a lungo. Infatti venivano usate anche come alimento durante viaggi di più giorni. Il signor Giordano che gestisce il panificio che appartiene alla sua famiglia dal 1890 ci svela: “Le massaie venivano al nostro forno con le tielle già impastate e farcite per cuocerle. Questi sono ricordi che mi raccontava mio nonno”. Abbiamo provato diversi forni in giro per Gaeta e soprattutto abbiamo chiacchierato con diverse persone riguardo l’ origine di questo piatto. Una versione storica che sembra mettere d’accordo tutti è quella dell’influenza pugliese: sembra che emigrati dalla provincia di Bari fossero anni addietro...
da italiaa3 | feb 15, 2016 | Da vedere, Lazio (Da vedere)
La nostra prima volta a Viterbo ci ha lasciati a bocca aperta: è una città deliziosa tutta da scoprire, dove si respira la storia di una città interessante da conoscere, piena di dettagli e curiosità. Abbiamo preso il treno Roma/Viterbo in un giorno ventoso ma pieno di sole, un treno che fa tantissime fermate (forse pure troppe) ma in compenso c´é una piacevole vista panoramica, per esempio si passa per il lago di Bracciano con i vari paesini e villaggi. Innanzitutto consigliamo di arrivare alla stazione Viterbo/Porta Romana (invece di Porta Fiorentina) perché è quella più vicina al centro storico da raggiungere comodamente a piedi. Una volta arrivati, la vista della porta ci ha dato una dimensione della bellezza di quello che avremmo visto durante la nostra visita. Vedi altre foto della nostra visita La Porta Romana esiste dal 1643, costruita per sostituire una porta che era ancora più vecchia. E´poi stata trasformata in un campanile della Chiesa di San Sisto (edificio che si vede attraverso la porta stessa). L’imponente struttura è stata costruita per proteggere la cittá, da Papa Innocenzo 10 °. Sulla sua sommità, appare una immagine di Santa Rosa, patrona della città e nelle sue mura si possono ancora vedere i segni delle esplosioni dalle truppe francesi che hanno cercato di invadere la città nel 1798. Ci sono tanti aspetti principali per raccontare Viterbo, il primo è quello di conoscerla come “la città dei Papi” sapendo che per circa 24 anni, sin dal 1257 il palazzo papale di Viterbo ha ospitato la curia, che ci si era trasferita per via del clima “scomodo” nella Roma di...
da Patricia | feb 8, 2016 | Da vedere, Lazio (Da vedere)
Castel Gandolfo è uno dei borghi più belli d’Italia, famoso per ospitare la residenza estiva del papa. Il comune di 9000 abitanti si trova vicino Roma (45 minuti di treno) ed è stata costruita tra le colline, sulle rive del Lago di Albano, considerato il più profondo lago vulcanico nel paese. Quando abbiamo definito la nostra tabella di marcia , abbiamo incluso Castel Gandolfo per la sua bellezza e anche perché si trova nel cuore di una delle principali zone vinicole del Lazio: i Castelli Romani. Non è stata la nostra prima visita al paese (ci siamo già stati quando ero appena arrivata i Italia), ma è la nostra prima volta con Maria. Siamo stati fortunati ad avere una bella giornata di sole: 20 ° C. Praticamente un giorno di primavera, ideale per passeggiare lungo la spiaggia del lago! Durante primavera e estate , si possono anche noleggiare biciclette per passeggiare lungo i 6km² intorno al lago. Lo abbiamo fatto in passato, ma ora essendo inverno, i noleggi erano chiusi. Guarda tutte le foto della piccola Castel Gandolfo Dopo una passeggiata in riva al lago, siamo andati al centro della città, che si trova in alto sulla collina, a circa 2 km di distanza, e circa 400 metri di tratto in piena salita. Anche senza bicicletta , abbiamo avuto la nostra buona dose di esercizio. Non è stato facile fare tutto il percorso spingendo il passeggino di Maria. Nonostante ci siamo alternati, c’è stato tanto da sudare. Tutte le principali attrazioni della città sono concentrate in Piazza della Libertà e nei suoi dintorni. Oltre al palazzo papale lo spazio...
da Aldo | feb 4, 2016 | Da gustare, Lazio (Da gustare)
Ariccia e la sua rinomata porchetta non hanno bisogno di presentazione! Noi siamo andati sul posto armati di coltello e forchetta a verificare se è tutto vero quel che si dice a riguardo. Dal 2011 hanno anche ottenuto la meritata certificazione Indicazione Geografica Protetta (IGP) e non a caso, visto che il legame tra Ariccia e la porchetta risale addirittura all’epoca pre-romanica, al popolo dei Latini. Era proprio ad Ariccia dove i sacerdoti lavoravano e cuocevano le carni di maiale da offrire in dono al Tempio di Giove Laziale. Col passare del tempo questa connessione è diventata più forte soprattutto a causa della presenza dei nobili romani che sempre più spesso si spostavano ad Ariccia in primavera ed estate o anche per battute di caccia. Ciò ha fatto si che si diffondesse la eccellenza artigiana locale di lavorazione della porchetta. Leggi anche: Ariccia, la città dei Chigi Il legame è tutt’ora vivo grazie al tramadarsi di segreti e ricette di padre in figlio. Questa notorietà è ulteriormente aumentata da quando negli anni 50 si è cominciato ad organizzare la “Sagra della Porchetta”, (festa consigliatissima per gustate la porchetta e conoscere il paese di Ariccia: quest’anno, 2016 , si terrà il weekend dal 2 al 4 Settembre. Dove si vedranno anche i porchettari vestiti con abiti tradizionali ariccini.) Ma veniamo alla parte più appetitosa: il nostro assaggio della porchetta! Devo innanzitutto premettere che siamo stati diverse volte ad Ariccia sempre col proposito di mangiare la specialità locale. Quindi ne ho provate diverse e successivamente sono tornato nei posti che mi sono piaciuti di più, ma in generale quello che ho...
da Patricia | feb 2, 2016 | Da gustare, Lazio (Da gustare)
Il Carnevale si avvicina e ed arrivato il momento di mangiare i dolci tradizionali di questa festa. Nelle vetrine di praticamente tutti i panifici e pasticcerie, si possono trovare vassoi pieni di bignè di San Giuseppe, frappe e castagnole, dolci fritti preparati solo in questo periodo dell’anno. Il bignè di San Giuseppe è stato creato innanzitutto per onorare il santo, poi è diventato simbolo della festa del papà. E lo si associa anche al carnevale, visto che le due feste sono vicine. Il bignè (al sud chiamato zeppola di San Giuseppe) è un dolce tipico romano, (molto simile al bignè alla crema classico) che anticamente veniva venduto nelle strade. E’ costituito da un impasto fritto, ripieno di crema pasticcera e spolverato da zucchero a velo. Esiste anche la versione al forno, ma quella più tradizionale ,è appunto, fritta. (Vedi qui la ricetta) Altri dolci fritti di carnevale sono le frappe (o chiacchiere) particolarmente croccanti, a base di farina, burro, uova e scorza di limone con abbondante zucchero a velo. (Scopri la ricetta) La Castagnole romane sono delle golose frittelle a forma di pallina dalla grandezza di una castagna (da cui il nome) realizzate con un impasto molto semplice fatto con farina di frumento, amido di mais, lievito, uova, burro, zucchero ,cannella, chiodi di garofano e liquori per dolci come lo strega o l’alchermes, chiodi di garofano (e a volte cardamomo). Tutto coperto da zucchero a velo. (Ecco come preparare la ricetta) Festa tutto l’anno Parlando di pasticceria tipica, possiamo dire che Roma non è fatta solo di Carnevale, ci sono altri dolci tradizionali che si possono trovare tutto l’anno...
da italiaa3 | feb 2, 2016 | In cucina, Ricette
Questa ricetta è facilissima e di basso costo. (ricetta per quattro persone) Ingredienti 200g di farina 40g di burro 2 uova 1 cucchiaio di zucchero 1 limone Zucchero a velo Sale Olio di arachidi per friggere Preparazione In un piano di lavoro, impastare la farina, le uova, il burro, lo zucchero, un pizzico di sale e la scorza grattugiata del limone fino ad ottenere un impasto liscio e omogeneo. Lasciare riposare l’impasto per 30 minuti circa coperto da pellicola in un luogo fresco. Tirarlo col mattarello fino ad ottenere una sfoglia sottile. Con l’aiuto di un coltello, tagliarlo a striscioline della larghezza di due dita. Scaldare l’olio in quantità abbondante in una pentola alta e friggere le frappe fino a farle diventare dorate. Scolare in carta assorbente, lasciare raffreddare e cospargerle di zucchero a...
da italiaa3 | feb 2, 2016 | In cucina, Ricette
Le castagnole romane sono uno dei dolci di carnevale più conosciuti. Una delle variazioni famose è quella con il liquore di Alchermes. (ricetta per quattro persone) Ingredienti 250g di farina bianca 75g di amido di mais 75g di zucchero a velo 50g di burro 1 tuorlo d’uovo 125 ml di liquore Alchermes ½ bustina di lievito Olio di arachidi per friggere Sale Preparazione In una ciotola, mescolare la farina bianca, l’amido di mais, lo zucchero a velo, il tuorlo, il burro, un pizzico di sale, il liquore e, per ultimo il lievito. Impastare rapidamente con le mani fino ad ottenere un impasto liscio ed omogeneo. Dividere l’impasto alla metà. Con ogni parte, formare dei rotoli del diametro di un dito e tagliarli a pezzettini uguali per creare delle palline. In una pentola alta, scaldare l’olio in quantità abbondante e friggere le castagnole finché diventano dorate. Scolare le palline in carta assorbente, lasciare raffreddare e aggiungere zucchero a...