Pastisada de caval

Pastisada de caval

La pastisada è un piatto tipico veronese che di origini antiche e curiose (vedi qui la storia). Una delle sua caratteristiche importanti è il lunghissimo tempo di cottura. Sono sette ore a fuoco lento! (ricetta per sei persone) Ingredienti 1kg di carne di cavallo 1kg di cipolla ½kg di pomodoro 1l di vino rosso secco 70 gr di olio di oliva 1 foglia di alloro 4 chiodi di garofano Ginepro, sale e pepe a piacere Preparazione 1. Tagliare la carne grossolonamente, metterla in una terrina e ricoprirla con il vino. 2. Lasciare macerare per 24 ore 3. In un casseruola mettere l’olio e fare rosolare la cipolla a il pomodoro tagliati a pezzettini 4. Sgocciolare la carne e metterla nella casseruola aggiungendo i chiodi di garofano 5. Lasciare cuocere per un’ora circa e mettere gli altri aromi e la metà del vino 6. Lasciare cuocere a fuoco moderato per altre sei ore, regolando con il vino qualora ci sia la necessità durante la cottura 7. Aggiungere sale e pepe verso fine...
Crescia, la “piadina” ricca di Urbino

Crescia, la “piadina” ricca di Urbino

Devo ammettere che all’ora di pranzo mentre ero ad Urbino, sono diventato improvvisamente cieco a tutta l’arte che mi circondava, e non vedevo l’ora di togliermi lo sfizio di provare sul posto una delle più belle scoperte gastronomiche fatte nelle Marche: la crescia sfogliata di Urbino! Avevo già fatto qualche ricerca su dove mangiarla, ma siccome mi piace anche chiacchierare con la gente del posto, mi sono fidato del consiglio di una guida all’interno del Palazzo Ducale, la quale mi ha detto che potevo non allontanarmi dal centro storico e andare al “Buco” per provare una buona crescia. Vedi altre foto della nostra visita a Urbino La crescia non è altro che una antenata “ricca” della piadina romagnola. Era sicuramente un piatto privilegiato, che si consumava sulle tavole dei nobili di Montefeltro e del ducato. Le principali differenze con la piadina sono che la crescia comprende nell’impasto anche uova e pepe, poi la sfoglia che si ottiene col mattarello va unta con lo strutto e reimpastata ancora una volta. Il tutto le dona una grande ricchezza di sapore. La piadina invece è impastata soltanto una volta e, in principio , era fatta semplicemente con acqua e farina. Dopo, è stato aggiunto anche lo strutto. Ormai da tempo ci sono versioni in cui si utilizza olio di oliva invece dello strutto. Queste differenze di ingredienti e preparazione si sentono, eccome! Abbiamo mangiato molto bene anche a Fano, vedi qui! A Patricia piacciono allo stesso modo la piadina e la crescia. Ma io devo ammettere che preferisco quest’ultima, che sembra davvero più saporita e saziante. Maria non fa tanta distinzione, le...
Città di Rossini ci ha regalato la varicella… e i vincisgrassi!

Città di Rossini ci ha regalato la varicella… e i vincisgrassi!

Appena si entra a Pesaro non si può fare a meno di notare la scritta: “Città della musica – Città della bicicletta” e questa è già una bella introduzione per iniziare a conoscere questa città delle Marche che non avevamo mai visitato prima. Pesaro è legatissima al grande compositore Rossini, che è nato qui in città (1792-1868), dedicandogli vie, il teatro, il conservatorio, il famoso Rossini Opera Festival (il festival musicale lirico che dal 1980 si tiene ogni anno ad agosto a Pesaro) e ovviamente la casa/museo dove Rossini viveva. Per quanto riguarda le biciclette, si deve assolutamente menzionare la Bicipolitana. Si tratta di una rete di piste ciclabili articolata su tutto il territorio comunale e dove le “carrozze” sono le biciclette. Ancora in fase di completamento con diversi percorsi indicati da linee con diversi colori (proprio come una metro). Ci tengo a ricordare che, sin dal 1965, si svolge annualmente a Pesaro la Mostra del Nuovo Cinema, uno dei più importanti festival cinematografici italiani dedicato al cinema sperimentale. Leggi anche: Fano e la nostra sorpresa con sapore di mare e caffè Pesaro è una città con un bel lungomare con un passeggio piacevole e tante buone gelaterie e locali carini. Al centro della città c’è il Museo delle Ceramiche più completo e importante d’Italia. Raccoglie un totale di oltre 3400 ceramiche e prende inizio nel 1857, quando il comune di Pesaro compra le maioliche del cavaliere Domenico Mazza. Un locale che mi è piaciuto molto, scoperto per caso passeggiando per le stradine del centro, è la “Casetta Vaccaj” , un posto davvero particolare che risale ai primi anni...
Torta al testo

Torta al testo

La torta al testo é una ricetta tipica della città di Perugia. Una sorta di piadina/focaccia molto facile da fare però ci sono dei piccoli dettagli che devono essere seguiti per una torta perfetta! (ricette per due persone) Ingredienti 600 gr di farina 0 1/2 cucchiaino di bicarbonato 1/2 cucchiaino di sale 400 ml di acqua Preparazione 1. Mettere la farina in una terrina, aggiungere il bicarbonato e il sale e l’acqua un po’ alla volta. Mescolare tutto con una forchetta 2. Passare l’impasto sulla spianatoia e impastare fino a quando l’impasto sarà liscio ed omogeneo 3. Stendere l’impasto con un mattarello fino ad ottenere un disco di 1 cm di spessore 4. Bucherellare il disco con una forchetta per evitare che in cottura faccia le bolle 5. Riscaldare il testo sul fornello. Per capire se è sufficientemente caldo, versarci un po’ di farina sopra. Quando comincerà a inscurirsi , il testo è pronto 6. Cuocere per 10 minuti circa sempre girando l’impasto per non fare cuocere solo un lato. 7. Lasciare raffreddare un po’ fuori il testo prima di tagliarlo 8. Farcire a piacere. Le farciture più tradizionali sono con stracchino, prosciutto, formaggio e...
Tiella, il piatto che da solo vale la visita a Gaeta

Tiella, il piatto che da solo vale la visita a Gaeta

C’è un piatto tipico a Gaeta che si può trovare solo in paese (e in qualche località vicina) per cui, vale la pena andarci apposta: stiamo parlando della tiella! Noi conoscendo questo “limite” l’abbiamo mangiata a pranzo e cena per due giorni di seguito. E avremmo continuato ancora se non fosse finito il viaggio! Per parlare della tiella dobbiamo tornare indietro nel tempo fino all’epoca dei Borboni (fine ottocento) i quali ne erano grandi estimatori, questo nonostante fosse un piatto di origine povera . Si tratta di una pizza farcita con diversi tipi di ripieni, attualmente i più apprezzati sono quelli classici di polpo o di scarole con olive, ma esistono altre buonissime varianti come calamari, alici, cipolle, baccalà e addirittura cozze! Leggi anche: Pizza era già sulla bocca di tutti nel 997 C’è uno stretto legame con il mare e i suoi prodotti, questo piatto nasce anche dalla necessitá di consumare il pescato e la farina. Pescatori e contadini portavano con se le tielle cucinate dalle proprie mogli come un pasto che poteva conservarsi a lungo. Infatti venivano usate anche come alimento durante viaggi di più giorni. Il signor Giordano che gestisce il panificio che appartiene alla sua famiglia dal 1890 ci svela: “Le massaie venivano al nostro forno con le tielle già impastate e farcite per cuocerle. Questi sono ricordi che mi raccontava mio nonno”. Abbiamo provato diversi forni in giro per Gaeta e soprattutto abbiamo chiacchierato con diverse persone riguardo l’ origine di questo piatto. Una versione storica che sembra mettere d’accordo tutti è quella dell’influenza pugliese: sembra che emigrati dalla provincia di Bari fossero anni addietro...

Frappe di carnevale

Questa ricetta è facilissima e di basso costo. (ricetta per quattro persone) Ingredienti 200g di farina 40g di burro 2 uova 1 cucchiaio di zucchero 1 limone Zucchero a velo Sale Olio di arachidi per friggere Preparazione In un piano di lavoro, impastare la farina, le uova, il burro, lo zucchero, un pizzico di sale e la scorza grattugiata del limone fino ad ottenere un impasto liscio e omogeneo. Lasciare riposare l’impasto per 30 minuti circa coperto da pellicola in un luogo fresco. Tirarlo col mattarello fino ad ottenere una sfoglia sottile. Con l’aiuto di un coltello, tagliarlo a striscioline della larghezza di due dita. Scaldare l’olio in quantità abbondante in una pentola alta e friggere le frappe fino a farle diventare dorate. Scolare in carta assorbente, lasciare raffreddare e cospargerle di zucchero a...

Amatriciana: guanciale,
pomodoro e pecorino

Un guanciale bello stagionato e un pecorino romano DOP sono un buon inizio per fare una amatriciana saporita. Pure se il piatto è stato creato nel cittadina d’Amatrice, nel confine del Lazio con L’Abruzzo, ormai è diventato uno dei più famosi piati tipici romani. (ricetta per quattro persone) Ingredienti 400g di spaghetti o bucatini 250g di guanciale 4 pomodori maturi 100g pecorino gratugiatto 4 cucchiai d’olio 1 peperoncino non molto piccante Sale Preparazione Immergere i pomodoro nell’acqua bollente per 20 secondi circa, scolargli, pelargli e tagliargli a pezzettini, buttando i semi e conservando il succo. Cuocere la pasta in acqua bollente con un po’ di sale. Tagliare il guanciale a pezzettini più o meno piccoli e friggerlo in una padella con l’olio e il peperoncino finche loro diventino dorati. Aggiungere il pomodoro e a lasciare la salsa cuocere per altri 10 minuti. Scolare la pasta al dente e mischiarla con il pecorino a strati nella padella con la salsa di pomodoro e guanciale. Aggiungere una spolverata di pecorino sopra prima di...

Carbonara: uova,
guanciale e pecorino

La carbonara è uno dei piati che fanno parte della “santa trinità” della pasta romana. Come l’amatriciana e il cacio e pepe, la sua ricetta è semplicissima. Il segreto sta nel tempo di cottura e, chiaro, nella qualità dei prodotti scelti. (ricetta per quattro persone) Ingredienti 400g di spaghetti o rigatoni 200g di guanciale 150g di pecorino grattugiato 4 tuorli 1 uovo Sale e pepe Preparazione Cuocere la pasta in acqua bollente con un po’ di sale. Tagliare il guanciale a pezzettini più o meno piccoli e friggerlo in una padella senza olio finche loro diventino croccanti. In una ciotola sbattere i tuorli, l’uovo e il pecorino per cinque minuti circa. Aggiungere due cucchiai di acqua di cottura e una spolverata di pepe. Scolare la pasta al dente e mischiarla con il guanciale e le uova sbattute ed aggiungere altre due cucciai di acqua di cottura. Servire la pasta con una spolverata di pecorino e pepe alla...