da Patricia | ott 25, 2016 | Da vedere, Sardegna (Da vedere)
Possiamo dire che la Sardegna è stata una dei posti che eravamo più ansiosi di conoscere. In primo luogo perché è stata l’ultima tappa del nostro viaggio e la sensazione che l’avventura stava per finire ci ha lasciato un misto di dispiacere e euforia. In secondo luogo, perché l’isola è una regione dove non eravamo mai stati, quindi condividevamo una grande curiosità nel conoscerla. Questa ansia è aumentata nei due giorni prima del viaggio, per diversi motivi: Maria ha avuto una gastroenterite abbastanza grave e si è indebolita parecchio. La mattina della partenza, però, si è svegliata senza febbre, con un visino più allegro quindi abbiamo deciso di prendere l’aereo all’ultimo momento. Solo cinquanta minuti di volo da Napoli verso la Sardegna e già mentre sorvolavamo l’isola ci siamo resi conto che stavamo raggiungendo una zona completamente diversa di tutto ciò che avevamo visto fino ad ora in Italia. Dopo aver viaggiato in tutto il paese, possiamo dire che ci sono tre regioni che si diversificano completamente con l’idea comune che si ha dell’Italia: Trentino-Alto Adige, Valle D’Aosta e Sardegna. Non ci sorprende che queste tre regioni sono giuridicamente autonome, con un sistema amministrativo indipendente e bilinguismo regolamentato. L’Alto-Adige è praticamente come l’Austria. La Valle d’Aosta una piccola Svizzera. Mentre la Sardegna è un mondo a parte. Leggere anche: Mamoiada, il vino cannonau e il folklore dei Mamuthones È praticamente la regione più isolata del paese, l’isola è considerata un paradiso naturale. Senza dubbio possiede le spiagge più belle d’Italia, alcune addirittura tra le più belle che abbia mai visto! (E se lo dice una brasiliana questo non è poco;)...
da Aldo | ott 20, 2016 | Campania (Da gustare), Da gustare
Quando penso a Castellammare penso innanzitutto alla città dove sono nato (anche se non ci ho mai vissuto) penso ai racconti di mio padre di quando ci andava a piedi dal suo paese, per farsi i primi bagni estivi, penso ai biscotti , al lungomare, gli chalet, i buoni gelati…e all’acqua! Il potenziale turistico, gastronomico e “salutistico” di una città come Castellammare di Stabia è davvero enorme a livello non solo nazionale, ma purtroppo sfruttato solo in minima parte. Da mettere prima di tutto in assoluta evidenza la caratteristica unica delle acque termali di Castellammare, che sgorgano nei due stabilimenti stabiani da ben 28 fonti diverse! Questo direttamente dalle sorgenti naturali del Monte Faito, ciascuna con la propria composizione chimica e relative caratteristiche curative. Per questi motivi Castellammare è conosciuta anche come “la città delle acque”. Vedi anche: la nostra tradizione del pane a Tramonti La presenza di queste acque sorgive nell’area stabiese è nota fin dall’antichità, ma all’epoca non erano organizzate in uno stabilimento termale, bensì utilizzate in modo disordinato dalla popolazione locale. Successivamente furono creati due stabilimenti conosciuti come le Antiche Terme (1836) e le Nuove Terme (1964). Le prime analisi di queste acque risalgono al 1787 quando il re Ferdinando di Borbone incaricò di esaminare quest’acqua acidula di cui si faceva largo uso. Per spiegare il motivo di questa grande varietà di tipologie di acqua, bisogna risalire al substrato geologico, dove grazie all’attività effusiva del Vesuvio si incontrano materiali di diversa natura. In questo bacino che comprende sia il Monte Faito che i Monti Lattari, si può denotare una forma a ferro di cavallo che incanala...
da Patricia | ott 9, 2016 | Da vedere, Sardegna (Da vedere)
È stato il nostro amico Maurizio Cheri, il nostro host al suo B&B Al Vicoletto, che ci ha parlato di Gairo Vecchio, dicendoci: “Non si può fare a meno di andarci”, mentre ci elencava tutte le destinazioni consigliate della Ogliastra, nel centro della Sardegna. Considerata la regione più isolata e incontaminata d’Italia, non c’è da meravigliarsi che la Sardegna ha diverse città fantasma. Secondo il sito “Sardegna abbandonata” (specializzata nella ricerca di territori e strutture dimenticate), ci sono almeno 16 comuni fantasmi sull’isola. Gairo Vecchio è il più famoso. Vedi altre foto della nostra visita a Gairo Vecchio Seguendo la strada provinciale SP11, in pochi minuti dopo aver attraversato la città di Osini, si incontra Gairo, incastonata tra le montagne del Gennargentu. È stupenda la vista di due città vicine e di fronte a diversi livelli della montagna. La città fantasma, completamente abbandonata e sopra la nuova Gairo, costruita negli anni ’50 per ospitare i residenti della città originaria. Infatti, tre città sono state costruite per sostituire la vecchia: Gairo Sant’Elena (che abbiamo visto sopra il vecchio e viene chiamato solo Gairo) Taquisara e Cardedu (queste ultime due più distanti dalla zona originale). Leggi anche: Mamoiada, il vino cannonau e il folklore dei Mamuthones Non esiste alcuna registrazione accurata delle origini di Gairo Vecchio. Secondo l’amministrazione comunale, la città è citata per la prima volta solo in un documento del 1217, ma molti studiosi sostengono che la sua origine è molto più antica. La ragione del suo abbandono è legata a disastri climatici. In greco, la parola Gairo significa “terra che scorre” ed è stata proprio l’incidenza costante ed eccessiva delle tempeste che...
da Patricia | ott 6, 2016 | Da vedere, Sardegna (Da vedere)
Per Aldo, uno dei posti obbligatori durante il nostro passaggio in Sardegna era la piccola Mamoiada, nella zona della Barbagia. Anche se lontana dal mare e inizialmente senza particolari attrattive gastronomiche, Aldo era incuriosito dall’idea di conoscere i mamuthones. Siamo stati sul posto in una giornata nuvolosa, quindi abbiamo detto: “niente mare per oggi” e ne è valsa la pena! I mamuthones sono il personaggio principale del Carnevale sardo. La figura è rappresentata da maschere grottesche di legno dipinte nero, con un abito davvero particolare (quasi tutto in nero e con grossi campanacci sulle spalle). Durante le manifestazioni, sono accompagnate da personaggi antagonisti : gli issohadores, i quali indossano maschere bianche, ugualmente in legno, con abiti colorati. Si tratta di una rappresentazione della corrispondenza tra le forze della natura. Non ho potuto fare a meno di notare la somiglianza dei mamuthones con altre manifestazioni del folklore del nord-est del Brasile. Anche se non ci sono testimonianze certe sulla provenienza delle maschere, alcune delle teorie più attendibili dicono che sono state già utilizzate prima di Cristo dalle comunità dei pastori e contadini sardi, come rituali atti ad influenzare il clima e il raccolto dell’anno, o per rappresentare la lotta tra Mori e i sardi per il possesso dell’isola. Tutta la tradizione popolare dei mamuthones e issohadores è raccontata nel Museo delle Maschere Mediterranee, che si trova nel centro della città. Il museo è operativo dal 2001 e ha una collezione completa, con riferimento ad altre manifestazioni carnevalesche nel Mediterraneo. Un altro luogo interessante per conoscere meglio questa tradizione è il laboratorio dello scultore Antonello Congiu. Poco lontano dal museo, il...
da italiaa3 | ago 10, 2016 | Da vedere
Genova non ha soltanto il classico fascino della città di mare. Da Genova è partito Colombo per viaggi che hanno cambiato il mondo. A Genova è stata fondata la storica scuola cantautorale dove sono nati nomi come Umberto Bindi, Fabrizio De André, Sergio Endrigo, Bruno Lauzi, Gino Paoli e Luigi Tenco. Città di tanti poeti della musica, e come ha scritto Ivano Fossati: “Chiedersi perché Genova sia l’epicentro storico della musica d’autore italiana e fucina ineguagliabile di talenti è un po’ come domandarsi perché i Beatles sono nati proprio a Liverpool e il rock’n’roll negli Stati Uniti”. Questo legame culturale ha fatto di Genova una delle città più interessante d’Italia, con tantissimo da vedere. I tre giorni in cui siamo stati in città certamente non sono stati abbastanza per conoscerla, ma diciamo che abbiamo visto l’essenziale ed anche mangiato abbastanza. 😉 (Vuoi sapere cosa e dove mangiare a Genova? Vedi qui!) Tra i primi posti che consigliamo di vedere è il centro storico di Genova. Una vasta parte di questa zona è Patrimonio Mondiale dell’UmanitàUnesco. Abbiamo soggiornato proprio vicino ai vari “carruggi” genovesi, questi vicoli di origine medievale che spesso ci hanno ricordato Napoli. Gli angoli più interessanti e belli dove passeggiare si trovano proprio dove siamo andati spesso a mangiare, l’area di Sottoripa. Tanti negozi, locali antichi, mercati di pesce e friggitorie, bello perdersi tra le crêuze ( i viottoli stretti, che hanno dato anche il titolo a un album di De Andrè “Crêuza de mä” in dialetto genovese) e arrivare anche a palazzi famosi che mostrano i fasti della antica Repubblica Marinara, come il Palazzo Spinola e...
da Patricia | lug 27, 2016 | Da vedere
Dimenticate tutto quel che abbiamo detto finora riguardo le difficoltà del viaggiare con i mezzi pubblici in Italia. Il nostro viaggio in Molise ci ha aperto una nuova serie inimmaginabile di guai! Ci sono volute quattro ore per percorrere i 75 km che separano Sulmona (in Abruzzo) da Isernia (Molise). La cosa peggiore è che la difficoltà non era tanto il tempo in se, ma come il percorso è stato fatto. Per arrivare ad Isernia, abbiamo dovuto utilizzare quattro autobus. Sì, QUATTRO AUTOBUS! Perché non c’è nessun treno che collega le due città. Fin dall’inizio, sapevamo che avremmo avuto problemi a viaggiare tra le due regioni. Nel 2011, la linea ferroviaria che collega Sulmona e Isernia non esiste più, e non si sa se e quando si riattiverà! Secondo la RFI (istituzione che gestisce la maggior parte del sistema ferroviario in Italia). Così abbiamo saputo che avremmo dovuto prendere due autobus: da Sulmona a Castel di Sangro e un altro da lì ad Isernia. Sarebbe quindi un po’ complicato perché, a differenza dei treni regionali, negli autobus non c’è spazio per “parcheggiare” il passeggino, quindi abbiamo avuto bisogno di chiuderlo e metterlo nel bagagliaio o nel piccolo spazio tra i sedili. Questo significa che bisogna sganciare due borse, uno zaino e una custodia della macchina fotografica visto che il nostro passeggino, oltre Maria, porta a mosaico tutto questo! Per non parlare degli altri due zaini che portiamo in spalla e il trolley. Prendere due autobus per noi significa fare e disfare tutto il nostro mosaico di bagagli due volte. La nostra situazione è stata ulteriormente complicata quando ci hanno...
da Patricia | mar 30, 2016 | Da vedere, Umbria (Da vedere)
Quando ho deciso di venire in Italia, ho passato un paio di settimane in dubbio tra andare a Roma o Perugia. Il capoluogo dell’Umbria è famoso per la vita studentesca e ha una università dedicata agli studenti stranieri. Ho pensato quindi di fare una specializzazione a Perugia . Ero quasi decisa in questa direzione, quando c’è stato l’annuncio delle dimissioni di Benedetto XVI e la formazione di un Conclave. Ahimè, come giornalista, non potevo essere in nessun altro luogo in Italia che non fosse il Vaticano! E sia Benedetto Benedetto! Posso dire che, grazie a lui sono arrivata a Roma, ho conosciuto Aldo, mi sono sposata, abbiamo avuto Maria e stiamo qui a girare come Italia a 3. Beh, ho raccontato tutta la storia per dire che Perugia è una delle principali destinazioni internazionali in Italia. A differenza di altri posti dove siamo stati finora, Perugia è considerata una grande città (ha più di 166.000 abitanti), con una vita culturale pulsante, piena di attrazioni e sa mescolare tradizione e modernità. Vedi altre foto della nostra visita a Perugia Abbiamo cominciato a realizzare tutto questo già quando siamo scesi nella stazione ferroviaria della città. La struttura è ben collegata con altri mezzi di trasporto che conducono al centro storico. Un sollievo poter utilizzare nuovamente la metropolitana. La prima volta da quando abbiamo lasciato Roma. E che metropolitana! Senza dubbio, la più carina d’ Italia. Più Umbria: Spoleto e il ponte fatto da mani divine Orvieto e la cucina di un duca Montefalco: la città che vive intorno a un vino Il Minimetrò di Perugia è davvero una struttura mini: una sola...
da italiaa3 | gen 14, 2016 | Da vedere, Lazio (Da vedere)
Il problema nello scrivere su i posti da vedere in una città come Roma è che è davvero difficile escludere un posto e sceglierne un altro. Roma è una città dove tutto è obbligatorio, per la sua bellezza, la sua storia e le sue contraddizioni. Anche per quelli che sono il tipo “odio i posti affollati” o il “non mi piace vedere i posti dove vanno tutti”. Non si riesce a sfuggire all’assolutamente ovvio e anche al non posso farne a meno. Roma è una città che non può essere “tutto esaurito” in un viaggio, anche se si tratta di un mese o tre! Abbiamo vissuto a Roma per anni e ogni settimana ci imbattiamo in un posto incredibile che ancora non conoscevamo e che chiunque venisse qui dovrebbe conoscere OBBLIGATORIO! Mostriamo, quindi la nostra Roma obbligatoria. La dividiamo in varie parti. Come abbiamo detto prima, è impossibile mostrare tutto ciò che dovrebbe essere visto, figuriamoci in una sola galleria! 1. Colosseo. Si può andare a Roma e non vedere il Colosseo, una volta, due volte, 20 volte?! Questa è LA tappa obbligatoria, il simbolo di Roma e non solo. L’Anfiteatro Flavio (questo è il suo nome ufficiale) è il più grande simbolo dell’impero romano e quindi le origini della nostra civiltà occidentale. Costruito nel primo secolo dopo Cristo, la Casa dei Gladiatori è sopravvissuta in modo sorprendentemente lungo. Dal 2013, l’edificio è in fase di restauro da parte di un settore privato, ma il lavoro non ha impedito la visita. Quando non siamo fuori città, non c´è una settimana che non ci passiamo davanti! 2. Via dei Fori...