Mamoiada: il vino cannonau e il folklore dei mamuthones

Mamoiada: il vino cannonau e il folklore dei mamuthones

Per Aldo, uno dei posti obbligatori durante il nostro passaggio in Sardegna era la piccola Mamoiada, nella zona della Barbagia. Anche se lontana dal mare e inizialmente senza particolari attrattive gastronomiche, Aldo era incuriosito dall’idea di conoscere i mamuthones. Siamo stati sul posto in una giornata nuvolosa, quindi abbiamo detto: “niente mare per oggi” e ne è valsa la pena! I mamuthones sono il personaggio principale del Carnevale sardo. La figura è rappresentata da maschere grottesche di legno dipinte nero, con un abito davvero particolare (quasi tutto in nero e con grossi campanacci sulle spalle). Durante le manifestazioni, sono accompagnate da personaggi antagonisti : gli issohadores,  i quali indossano maschere bianche, ugualmente in legno, con abiti colorati. Si tratta di una rappresentazione della corrispondenza tra le forze della natura. Non ho potuto fare a meno di notare la somiglianza dei mamuthones con altre manifestazioni del folklore del nord-est del Brasile. Anche se non ci sono testimonianze certe sulla provenienza delle maschere, alcune delle teorie più attendibili dicono che sono state già utilizzate prima di Cristo dalle comunità dei pastori e contadini sardi, come rituali atti ad influenzare il clima e il raccolto dell’anno, o per rappresentare la lotta tra Mori e i sardi per il possesso dell’isola. Tutta la tradizione popolare dei mamuthones e issohadores è raccontata nel Museo delle Maschere Mediterranee, che si trova nel centro della città. Il museo è operativo dal 2001 e ha una collezione completa, con riferimento ad altre manifestazioni carnevalesche nel Mediterraneo. Un altro luogo interessante per conoscere meglio questa tradizione è il laboratorio dello scultore Antonello Congiu. Poco lontano dal museo, il...
Programmazione sagre estive della Costiera Amalfitana e dintorni

Programmazione sagre estive della Costiera Amalfitana e dintorni

Durante l’estate, le serate nella Costiera Amalfitana (o dei paesi più o meno vicini) sono animate da varie sagre gastronomiche. In particolare dalla fine di luglio a inizio settembre, quasi tutti i paesini omaggiano i prodotti tipici o ricette della zona, dedicando ad essi una sagra. Amiamo particolarmente questi eventi dove la buona cucina si unisce a musica popolare, danza e teatro in una esaltazione delle tradizioni locali. Chi pensa di visitare la zona nei prossimi giorni e oltre a divertirsi vuol conoscere il meglio della gastronomia locale, ecco la programmazione delle prossime sagre:  Sagra della trippa e del prosciutto Tema: trippa e prosciutto Data: dal 7 al 10 de agosto 2016 Locale: Castel San Giorgio  Sagra del vino e delle tradizioni Tema: i vini della zona Data: dal 11 al 12 de agosto 2016 Locale: Tramonti  Festa del mangione Tema: diversi piatti tipici della zona Data: dal 12 al 16 agosto 2016 Locale: Baronissi  Sagra del pesce azzurro Tema: i pesci azzurri Data: dal 15 al 21 agosto 2016 Locale: Atrani  Sagra della pasta fatta a mano Tema: la pasta fatta a mano Data: dal 16 al 18 agosto 2016 Locale: Buccino  Festa Ra’ Pummarola Tema: tomate Data: dal 17 al 21 agosto 2016 Locale: Capaccio  Festa degli antichi sapori Tema: le ricette tipiche della zona Data: dal 18 al 20 agosto 2016 Locale: Ascea  Sagra del Convento Tema: le ricette tradizionali dei conventi della zona Data: dal 18 al 22 agosto 2016 Locale: Bracigliano  Sagra del cavatiello e dello stoccafisso Tema: il cavatiello e lo stoccafisso Data: dal...
Udine e il meglio della cucina friulana

Udine e il meglio della cucina friulana

Alla cucina udinese ci ho lasciato un pezzetto di cuore… In compenso però ne ho guadagnato qualche pezzo di pancia! Potrei dire che si tratta del peso della felicità. Quindi ben venga! La città forse non è la più bella del Friuli (sebbene riservi piacevoli sorprese) ma propone piatti così buoni e particolari che davvero bisognerebbe andarci apposta per godersi le loro proposte gastronomiche! Anche perché si tratta di piatti che difficilmente si possono trovare altrove. Per esempio ho potuto conoscere la gubana solo perché me l’ha fatta scoprire una amica udinese che la portò in una cena (grazie, Arianna!) Fu amore a prima vista e da allora sognavo di mangiarla sul posto! Quindi un desiderio che si è avverato finalmente ad Udine (apprezzato anche da Patricia e Maria!) Ma cos’è la gubana? Innanzitutto c’è da dire che è un dolce nato nelle Valli del Natisone preparato in origine nei giorni di festa. E’ a base di pasta dolce lievitata, con un ripieno di noci, uvetta, pinoli, zucchero, grappa, scorza grattugiata di limone, dalla caratteristica forma a chiocciola. È una ricetta imparentata con il presnitz triestino (di origini austro ungariche) e con la classica potizza slovena (tutti buonissimi aggiungerei!) Ma molto meglio di me lo può descrivere il bravo e simpatico pasticciere Danilo D’Olivo nel video, che siamo andati a trovare nella pasticceria Laboratorio del Dolce. Il signor Danilo e la moglie fanno cose buonissime sia della tradizione udinese che di varia natura (come le meringhe con la panna, farcite al momento). Ma soprattutto sono abilissimi nella preparazione di questo dolce tipico di Udine e provincia, che abbiamo provato...
Spritz, il drink austriaco che è diventato aperitivo nazionale

Spritz, il drink austriaco che è diventato aperitivo nazionale

L’origine dello Spritz non è italiana. Questo drink che ha contribuito a diffondere l’abitudine dell’aperitivo in Italia ha le sue radici nella confinante Austria. Dove è nata l’abitudine di diluire il vino bianco con acqua gasata o seltz, lo “spritzen”, che in tedesco significa “spruzzare”. Non c’è da stupirsi che anche oggi in Friuli-Venezia Giulia, una regione che confina appunto con l’Austria, lo spritz è ancora servito in questo modo. Quando eravamo a San Daniele, la provincia di Udine famosa per il prosciutto, lo abbiamo bevuto proprio così . Tra l’altro ci hanno servito vino e acqua separatamente, che dovevamo mescolare noi al momento di berlo. L’Italia tuttavia, ha il merito di inventare la versione “sporca” (cioè “colorata” da aperitivi come il campari, il bitter, il cynar.. etc) e poi la versione Aperol Sprit, che ha reso questo aperitivo famoso in tutto il mondo. Ma chi in Italia sarebbe stato responsabile della creazione dello spritz “sporco”? Leggere anche: Padova e il suo cibo di strada benedetto Padova vs. Venezia Eravamo nel bel mezzo di un conflitto, riguardo chi ha inventato lo spritz . Padova e Venezia competono ferocemente per la creazione e il consumo di questo drink . Niente di più padovano che sedersi in uno dei bar di piazza delle Erbe e bere uno spritz a metà mattina . Niente di più veneziano che andare al bar a fine pomeriggio per un aperitivo. Tra l’altro ci sono diverse competizioni e rivalità di altre entità che riguardano sempre Padova contro Venezia (proprio come tra pisani e livornesi). Il giornalista Alessandro Marzo Magno, nel suo libro “Il genio del gusto”, dice...
Lo sapevi che (nell’Umbria)?

Lo sapevi che (nell’Umbria)?

 Proprio come nel Lazio, in Umbria abbiamo fatto tante scoperte  divertenti e golose! Quindi, lo sapevi che… Che la Cappella di San Brizio, nel Duomo di Orvieto, è stata l’ispirazione per la Cappella Sistina?  La versione raccontata da alcuni storici è che Michelangelo avrebbe visitato la città di Orvieto e  visto la cappella. Il realismo del Giudizio Finale dipinto da Luca Signorelli lo avrebbe lasciato così impressionato che Michelangelo avrebbe usato il dipinto  come “modello” per il suo Giudizio Universale al Vaticano. – che la parola norcineria è sinonimo di salumeria e che questo si deve a Norcia? La città, al confine tra le regioni Umbria e Marche, è famosa fin dal periodo medievale per le sue tecniche di taglio, insaccamento e stagionatura della carne di maiale. La parola Norcineria quindi indica sia il luogo in cui si vendono prodotti a base di carne di maiale, che le tecniche applicate nel processo di preparazione dei salumi. – che la lasagna ha un antenato medioevale chiamato Mariconda? La ricetta della Mariconda è stata creata nel Medioevo. Una delle principali differenze tra Mariconda e sua “nipote” la lasagna, è la forma di presentazione dell’impasto . Nella ricetta medievale, dopo essere stata al forno, la pasta viene tagliata a strisce e arrotolata con il ripieno, di solito fatta con erbe di campo e ricotta. – che la ricotta è così chiamata a causa del suo metodo di fabbricazione? Per fare la ricotta è necessaria la doppia cottura del siero di latte, cioè viene quindi “ricotta”. – che la ricotta non é un formaggio ma un semplice latticino ? Questo perché formaggi sono il risultato...
Montefalco: la città che vive intorno al vino

Montefalco: la città che vive intorno al vino

Quasi il 17% della produzione vinicola umbra ha un nome: Montefalco. Situata quasi a metà della penisola italiana, la cittadina di meno di seimila abitanti è la principale responsabile di un business che muove ogni anno 35 milioni di euro. Stiamo parlando solo dei ricavi derivanti dalla vendita di questo vino. Se includiamo il sistema agro-turistico che ci ruota intorno, questa cifra passa a 100 milioni di euro/annui. I numeri provengono dal Consorzio Tutela Vini Montefalco e del Comune di Montefalco. La ragione di tali valori elevati è semplice: la qualità. I vini della zona sono tra i migliori di tutta Italia. Praticamente la produzione dell’intera area ha i marchi DOC (Denominazione di Origine Controllata) e DOCG (Denominazione di Origine Controllata e Garantita), quest’ultimo concesso solo ai migliori vini del paese grazie alle sue qualità intrinseche e importanza commerciale. In totale, sono 1020 ettari destinati alla produzione di quattro tipi di vini che ricevono il nome della città. In 410 ettari sono coltivati ​​i Montefalco bianco DOC  (fatto con le vigne Grechetto e Trebbiano) e i Montefalco Rosso (prodotti con Sangiovese e Sagrantino). Negli altri 610 ettari sono coltivati ​​il ​​Sagrantino di Montefalco DOCG e il Montefalco Sagrantino Passito DOCG (entrambi fatti al 100% con uva Sagrantino). Più sull’Umbria: Orvieto e la cucina di un duca Spoleto e la storia della cucina umbra Il Montefalco Rosso e il Montefalco Sagrantino sono stati tra i primi vini che ho provato appena arrivata in Italia ed è stato amore al primo sorso! Il Sagrantino, in particolare, è tra i miei preferiti di tutto il mondo. Essendo molto ricco di tannini e polifenoli, richiede...